La Dea è raffigurata con un elmo a cresta piumata in capo, indossa una corazza alla “romana” che segue fedelmente l’anatomia del corpo sottostante e mostra spallacci con mascheroni e corte maniche ed è attraversata da una cintola con fibbia polilobata. Dalla sua spalla destra pende una tracolla che le attraversa diagonalmente il corpo e sostiene il fodero del gladio di cui spunta l’elsa, ed un corto mantello che le scende con increspature rigonfie e triangolari lungo la schiena. Sotto la corazza Minerva indossa una leggera veste che lascia scoperte le gambe ed i piedi ricoperti da calzari classici.
Il corpo voltato verso destra e la gamba sinistra lievemente flessa ed avanzata rispetto all’altra donano alla figura un andamento a “serpentina” di pretto gusto manierista, ben bilanciato dal braccio destro che regge la lancia (forse di restauro) e da quello sinistro che imbraccia lo scudo di forma ovale, dal fondo puntinato e dall’ornato fitomorfo.
Il bronzetto, caratterizzato da una cura particolarmente attenta alla resa dei particolari ed impreziosito dalla compatta lacca nera originale, rientra nella produzione di analoghe sculturine in bronzo raffiguranti personaggi mitologici o divinità pagane che si sviluppò soprattutto a Venezia e Padova nel corso del XVI secolo, utilizzate sia a scopo ornamentale come, viste le dimesioni, il nostro bronzetto, sia come terminali di importanti alari da camino. In particolare, le caratteristiche costruttive ed estetiche del manufatto in esame, lo riportano nell’ambito dell’attività della bottega di Tiziano Aspetti, con una collocazione temporale verso gli ultimi decenni del XVI secolo.