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Cristo Crocifisso

Nella città di Firenze, anche a seguito delle veementi prediche del Savonarola – che proclamò Cristo re della città – furono numerose le botteghe che si dedicarono alla produzione di Crocifissi, molti dei quali di piccolo e medio formato, destinati alla devozione privata. Fra le varie tipologie di tali sculture era molto diffusa quella del Cristo con le braccia mobili che permettevano di trasformare il Crocifisso in un deposto di cui l’intaglio che ci occupa è preziosa testimonianza.
Taluni Crocifissi lignei, il cui cardine può essere individuato nel monumentale Cristo della Chiesa di San Ruffignano a Monsanto, un tempo dati a Baccio di Sinibaldi detto da Montelupo, sono stati ricondotti, a seguito di studi più recenti, ad un artista ancora anonimo, noto attualmente con il nome convenzionale di Maestro di Monsanto. Le opere di tale artista, si caratterizzano in una prima fase per l’eccentrica miscela di arcaismo e contemporaneità, mescolando ricordi di caratteri nordici e della scultura di Giovanni Pisano con elementi “sangalleschi” per sfociare poi in una seconda fase iniziata nel 1490 e durata sino al 1520 circa più vicina al pensiero savonaroliano.
Per quanto concerne la nostra scultura un lavoro di ripulitura ha permesso di riportare alla luce la ben conservata policromia originale (risarcita nella zona del pube, una volta coperta dal perizoma ora perduto, in tela gessata, tono su tono), con la tipica intonazione cerulea della carnagione, percorsa per lunghi tratti da rivoli di sangue che si dipartono dalle ferite e scorrono verso il basso e le rapide pennellate serpeggianti che disegnano la barba e, da un punto di vista della costruzione, va sottolineata l’ingegnosa idea di coprire le spalle – sedi per l’inserimento degli arti superiori – sfruttando la capigliatura del Cristo per celare il meccanismo delle braccia (cifra caratteristica dello scultore).
Le caratteristiche costruttive ed estetiche del nostro Cristo ne denunciano l’appartenenza alla seconda fase dell’attività dell’autore e va pertanto datato fra il 1500 ed il 1520.

Maestro di Monsanto – 1500/1520 ca.
Legno di pioppo policromo (90 x 90 cm)
Scheda critica Francesco Traversi
Pubbl. Collectio, 8 – 18 ottobre 2016, pp 46/51