Image Alt

Madonna e Bambino

All’interno di una cornice modanata emerge una Madonna dall’espressione pensosa che sorregge un vivace Bambinello che le afferra un lembo della veste con una manina e le circonda il collo con l’altra. Maria indossa un’ampia tunica che mostra nello scollo una bordura ornata da un motivo floreale ed un mantello decorato a dentelli nel bordo (lo stesso decoro è presente anche nei polsi della veste). Sullo sfondo figurano poi un nastro svolazzante ed un festone tenuti fermi da due patere simili a borchie metalliche.
L’immagine è realizzata ad altorilievo e simula un tuttotondo con parti più aggettanti (l’aureola e la parte inferiore del corpo della Vergine) ed altre nelle quali l’intaglio degrada fino ad assottigliarsi in parti scolpite a stiacciato sul piano di fondo.
L’ottimo stato conservativo dell’opera ne dimostra la sua provenienza da un luogo protetto, probabilmente le stanze di un palazzo privato ove, visto le dimensioni contenute, era destinata alla devozione domestica.
I tratti stilistici della Madonna e del Bambinello, con i volti caratterizzati da fisionomie pungenti nel taglio degli occhi e con le palpebre sporgenti, il naso lungo ed affilato ed i capelli spartiti a ciocche fluenti, l’inconfondibile stella sulla veste della Vergine, la fusciacca che stringe la sua tunica all’altezza della vita imprimendole un andamento plissettato, ed il corpo pingue del Figlioletto con segnate le nocche, fanno riportare l’importante rilievo in esame all’interno delle opere autografe di Gregorio di Lorenzo (Firenze 1436 ca. – Forlì 1504 ca.) scultore fiorentino già denominato dalla critica il “maestro delle Madonne di marmo” (Bode 1886), uno dei protagonisti della scultura italiana del ‘400 che col suo girovagare nelle corti di Urbino, Ferrara, Napoli ed in quella ungherese di Mattia Corvino, contribuì alla diffusione della cultura rinascimentale fiorentina in Italia ed all’estero.
Gregorio di Lorenzo esordì come collaboratore di Desiderio da Settignano (pagamenti ricevuti nel 1455) e nel 1461 aprì bottega per conto proprio, riscuotendo successo nella produzione di rilievi mariani ed ottenendo committenze prestigiose come il raffinato lavabo per la sagrestia della Badia Fiesolana (1462), ed il tabernacolo (1463) nella Chiesa del Redentore al Sacro Eremo di Camaldoli, cui seguirono nel 1472, due serie raffiguranti i ritratti dei dodici cesari di profilo rispettivamente per le corti di Napoli e Ferrara.
Dopo aver soggiornato per quindici anni presso la corte ungherese di Mattia Corvino, rientrò a Firenze nel 1490, ove scolpì alcuni busti ritratto di esponenti della borghesia fiorentina influenzati dal naturalismo di Benedetto da Maiano, il superbo stemma Dolfin del Priore Generale dei Camaldolesi Pietro Dolfin ed una Madonna col Bambino per la chiesa siciliana di Santa Maria degli Angeli a Caccamo.
Dopo un soggiorno ad Urbino presso la corte dei Montefeltro, si trasferisce a Forlì dove si spense, dopo aver collaborato al Monumento Numai nel 1502.
Tornando al rilievo che ci occupa, ne rileviamo il rapporto iconografico con la giovanile Madonna col Bambino dell’Eremo di Camaldoli, scolpita nel 1460, ma nella nostra opera la tecnica della lavorazione del marmo è più sintetica e diversamente sensibile a cogliere le gradazioni chiaroscurali, per cui è da collocarsi in un’epoca successiva alla Madonna Camaldolese, e da fissarsi tra il rientro dello scultore a Firenze dopo il periodo ungherese e prima della sua partenza alla volta di Urbino negli anni attorno al 1490.
L’opera è corredata da studio critico di Alfredo Bellandi. L’attribuzione del rilievo ed i contenuti della scheda sono condivisi da Giancarlo Gentilini.

Madonna e Bambino
Gregorio di Lorenzo (Firenze 1436 ca. – Forlì 1404 ca.)
Sec XV ultimo decennio
Marmo
47 x 38 x 9,5 cm