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Madonna col Bambino benedicente

Il gruppo, scolpito in notevole rilievo, si staglia su di un sofisticato fondale decorato con la tecnica detta “estofado de oro” (tutta la superficie da decorare viene ricoperta da una stesura a foglia d’oro, cui si sovrappone un omogeneo strato di colore che viene in seguito graffito con una punta metallica così da fare emergere in oro un disegno prestabilito).
Maria ha il capo parzialmente coperto da un pesante mantello che le scende sulle spalle e pare faticare a trattenere un vivace Bambinello che mostra una pronunciata torsione del corpo, si protende con gesto benedicente e regge con la sinistra un globo purpureo.
L’opera in esame mostra numerosi punti di contatto con le più vivaci peculiari, manifestazioni della statuaria lignea lombarda del Rinascimento, collocandosi all’interno di quella particolare apertura classica sviluppatasi a Milano e zone limitrofe sotto il dominio degli Sforza e dei francesi dopo il primo decennio del ‘500, quando si registrò una straordinaria fioritura della scultura in legno policroma, soprattutto volta al comparto religioso. In questo settore si imposero le botteghe dei De Donati, di Giacomo e Giovanni Angelo del Maino, di Pietro Bussolo e di un altro prolifico intagliatore, oggi identificato dalla critica in Andrea da Corbetta, indicato un tempo come Andrea da Saronno e che va riconosciuto nell’Andrea da Milano che compare tra il 1527 ed il 1537 nei registri della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno, in merito all’esecuzione del Compianto, di San Vittore a Meda (1525 ca.), il Compianto, l’Ultima Cena e alcuni busti di Profeti di Saronno (1528-1530) ed il gruppo dell’Addolorata sorretta dalle Pie Donne di San Vittore a Varese (1530-1535), opere con le quali condivide l’ampio modellato delle forme e la sintesi monumentale delle vesti, solcate da pieghe larghe e taglienti, il classicismo delle pose e la morfologia delle capigliature. La fama degli apparati lignei era legata anche alla ricchezza delle decorazioni policrome che ne esaltavano la preziosità delle vesti, per cui i capobottega erano soliti affidarsi ad importanti pittori del tempo. Nel caso dei Da Corbetta sono documentati dei rapporti continuativi con Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari e Giovanni Angelo da Seregno.
Il repertorio decorativo del nostro tondo trova riferimenti in opere ascrivibili alla bottega dei Del Maino, come ad esempio nella grande ancona di Morbegno completata nel 1519 e dipinta da Fermo Stella e Gaudenzio Ferrari fra il 1520 ed il 1524. Tale pittore nel 1532 subentrò a Bernardino Luini nell’allestimento scenografico del Santuario di Saronno e fornì i disegni per le statue del Dio Padre e dell’Assunta avviate da Andrea Corbetta e terminate alla sua morte dal cugino Battista, fatto che può confermare oltre al legame fra le due botteghe ed il rapporto fra il Ferrari e la decorazione del fondo della nostra opera, la sua datazione attorno al 1530.
L’opera è corredata da studio critico di G. Gentilini e D. Lucidi.

Madonna col Bambino benedicente
Andrea da Corbetta (Milano?, 1492-1537), già identificato con Andrea da Saronno
Decorazione su disegno di Gaudenzio Ferrari (Valduggia, doc. dal 1507-Milano, 1546)
1530-35 ca
Altorilievo in legno dipinto, su fondale dorato e decorato “a estofado”, entro cornice circolare profilata con due modanature, dipinta e dorata.
Diam. 52,5 cm, aggetto massimo 30 cm; spessore cornice 6 cm.