Elegantemente vestiti all’antica, con tunica e calzari, i nostri paggetti appartengono a quella vasta produzione di sculture polimateriche che fiorì fra Marche ed Umbria nel corso del XVI secolo, incentrata sia su statue da vestire, sia complete, destinate anche a giovani donne, sia come augurio di felicità per quelle destinate al matrimonio, sia come surrogato della maternità alle fanciulle di famiglie nobili e facoltose indirizzate verso una vita conventuale.
I nostri “fanciulli” mostrano chioma bionda ricciuta, ampia fronte stempiata, sopracciglia sottili sopra ad occhi vispi, guance paffute rosse come la bocca piccola. Tutto il loro abbigliamento è consono al gusto sofisticato del manierismo imperante: indossano una tunica dorata con spallacci ed un colletto con ricami rossi sul fondo color oro ed un nastro rosso con una nappa al centro, eleganti spacchetti ai lati ed un bordo vermiglio ornato da semisfere in rilievo finale. La tunica è stretta in vita da una fusciacca in argento con due bande che scendono sul davanti e si riannodano al centro; ai piedi portano calzari classicheggianti che lasciano scoperte le dita. I due paggi, che paiono voler lasciare la loro base circolare, appoggiano la mano destra sul cuore e reggono con la sinistra un candeliere tornito di colore scuro con inserti rossi e oro.
Grazie agli studi condotti negli anni 1997/99 da Enrica Neri Losanna, da Cristina Galassi nel 2005 e da Corrado Fratini, fu possibile ricondurre ad uno scultore di origine toscana, Romano Alberti detto il Nero (Sansepolcro 1502-1568) ed al suo ambito, un cospicuo numero di sculture polimateriche sparse soprattutto tra Umbria e Marche, mostranti stilemi comuni.
I tratti stilistici principali maggiormente indicativi di tale produzione sono:
– gusto esuberante per i dettagli ricercati nell’abbigliamento;
– cromia delicata e vivida degli incarnati;
– riccioli dorati con ampia stempiatura della fronte.
Tali caratteristiche costruttive e stilistiche sono rilevabili anche nelle nostre sculture che possiamo pertanto ricondurre a tale ambito, con una collocazione temporale entro i primi due decenni oltre la metà del XVI secolo.